Accordo di consultazione tra i soci
L'Accordo di consultazione non prevede né vincoli di blocco né di voto sulle azioni apportate
L’evoluzione dell’azionariato è andata di pari passo con la trasformazione del gruppo Mediobanca da holding di partecipazione a gruppo finanziario specializzato.
Al 31 dicembre 2018 è cessato lo storico patto di sindacato di blocco che dal 1° gennaio 2019 è stato sostituito da un Accordo di consultazione tra soci Mediobanca.
L’Accordo non prevede impegni né di blocco né di voto sulle azioni apportate, regola le modalità di incontro per condividere riflessioni e considerazioni in merito all’andamento del gruppo, in un contesto di parità informativa rispetto al mercato.
L’Accordo di consultazione tra soci Mediobanca è riconducibile alla fattispecie indicata dall’art. 122, comma 5, lett. a) del D.lgs. 58/98.
Evoluzione dell’azionariato di Mediobanca e del patto di sindacato di blocco
1946
CONTROLLATA AL 100%
Le tre Banche di Interesse Nazionale (BIN), controllate dall’IRI, costituiscono Mediobanca: Banca Commerciale Italiana 35%, Credito Italiano 35% e Banco di Roma 30%.
1956
QUOTA DI CONTROLLO: 75%
Quotazione alla Borsa di Milano: la quota delle tre BIN si riduce al 75%.
1958
AZIONI VINCOLATE: 55%
Primo patto di sindacato di blocco: le tre BIN (51%), quattro banche estere (Lazard; Lehman Brothers; Berliner Handels Gesellschaft, Sofina) e un investitore privato italiano (Pirelli & C.) vincolano complessivamente il 55% circa del capitale.
1988
AZIONI VINCOLATE: 50%
Privatizzazione di Mediobanca. Le tre BIN cedono il 32% del capitale riducendo la propria quota al 25% (Banca Commerciale 8,8%, Credito Italiano 8,8% e Banca di Roma 7,4%). Una quota paritetica del 25% viene vincolata da investitori privati (tra i principali Generali, Fiat, Pirelli, RAS, Olivetti, Pecci, Cir, Italcementi, La Fondiaria, Lazard, SAI, BHF Bank, Marzotto, Stefanel, Cerutti, Ferrero). L’Accordo controlla il 50% del capitale.
1993-1997
AZIONI VINCOLATE: 50%
Il Gruppo IRI privatizza, attraverso collocamento sul mercato, il capitale di Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano e Banca di Roma.
2000
AZIONI VINCOLATE: 50%
A seguito dell’ingresso nel gruppo Banca Intesa la quota della Banca Commerciale Italiana (8,9%) viene collocata prevalentemente presso altri partecipanti. La quota controllata dall’Accordo si mantiene stabile intorno al 50% (le due banche italiane detengono circa il 9,5% ciascuna).
2001
AZIONI VINCOLATE: 49%
Per effetto dell’incorporazione in Mediobanca di Euralux (titolare del 3,9% di Assicurazioni Generali), Consortium (cui partecipano oltre a soci già azionisti di Mediobanca anche il gruppo Bolloré) rileva il 5% del capitale di Mediobanca che vincola all’Accordo. A seguito della diluizione ad esito della fusione, di alcune disdette e ingressi nuovi, la percentuale vincolata si attesta a circa il 49% del capitale.
2003
AZIONI VINCOLATE: 57%
A seguito dell’aumento della quota di Bolloré (5%) e dell’ingresso di altri investitori esteri (Groupama, Santander e Dassault) e di talune uscite, la quota dell’Accordo aumenta al 57% del capitale circa.
2004
AZIONI VINCOLATE: 55%
Per effetto di disdette (tra i principali Fiat, Telecom (ex Olivetti), Dassault) e nuovi ingressi (Brunelli, Della Valle, Fineldo, Mais, Vittoria Assicurazioni e Gruppo Zannoni), la quota sindacata si attesta al 55% del capitale.
2007
AZIONI VINCOLATE: 46%
A seguito della fusione Unicredit/Capitalia, il nuovo Gruppo Unicredit cede il 9,4% (riducendo la propria quota dal 18% all’8,7%) in parte agli altri partecipanti e in parte sul mercato. La percentuale vincolata all’Accordo si riduce al 46%.
2007-2018
AZIONI VINCOLATE: 28,5%
La percentuale sindacata si riduce progressivamente dal 46% al 28,5 ca. per effetto di disdette. Tra i principali partecipanti figurano Unicredit 8,4%, Bolloré 7,9%, Mediolanum 3,3%, Edizione/Benetton 2,1%, Fin.Priv 1,6%, Italmobiliare 1% e Fininvest 1%.
2019
Al 31 12 2018 cessa lo storico patto di sindacato di blocco.