Novità nella politica di remunerazione

L’assemblea dei soci del 28 ottobre 2023 ha approvato la nuova politica di remunerazione allineata al più recente quadro normativo italiano ed europeo, rafforzando la governance, i criteri e i processi di remunerazione.

Rispetto alla precedente, la nuova Politica del Gruppo Mediobanca: 

  • fornisce ampia trasparenza sul nuovo piano di Long Term Incentive 2023 – 2026, soggetto a specifica approvazione assembleare, collegato al nuovo Piano strategico approvato dal Consiglio di Amministrazione lo scorso 23 maggio 2023, da riconoscere interamente in azioni Mediobanca. Esso stabilisce per Amministratore Delegato, Direttore Generale e risorse apicali un pay mix maggiormente orientato al lungo termine rispetto alla struttura retributiva precedente;
  • coerentemente, nella sezione di «Informativa sui compensi corrisposti per l’esercizio 2023», fornisce ampio dettaglio sulla consuntivazione del Piano LTI 2019 -2023;
  • perfeziona ulteriormente descrizione e criteri di valutazione degli obiettivi non finanziari, specie se ESG e con focus sugli aspetti di Climate change anche con riferimento al documento ECB “Guide on climate-related and environmental risks: Supervisory expectations relating to risk management and disclosure”, assegnati nel LTI, nelle scorecard annuali e, coerentemente, i dettagli sulla loro consuntivazione annuale;
  • dettaglia le caratteristiche del nuovo Piano di azionariato diffuso 2023- 2026 soggetto a specifica approvazione assembleare;
  • amplia nella seconda sezione le informazioni di carattere quantitativo sul posizionamento del Gruppo relativamente a Gender Pay Gap ed Equal Pay Gap; 
  • rafforza le informazioni fornite per una sempre maggiore trasparenza e chiarezza di esposizione. 

In continuità con il passato:

  • evidenza il legame tra politica di remunerazione, sostenibilità aziendale e obiettivi ESG;
  • è allineata alla normativa applicabile;
  • consente di incentivare le aree della Banca e del Gruppo che generano valore, anche in termini di responsabilità sociale d’impresa, con criteri oggettivi di misurazione; 
  • permette di attrarre e mantenere professionalità adeguate alle esigenze del Gruppo;
  • è allineata a quelle adottate dai principali player nazionali e internazionali.

Limite della remunerazione variabile al 200% di quella fissa

Come previsto dalla Direttiva Europea CRD sui requisiti patrimoniali delle banche, abbiamo posto un limite (cap) della remunerazione variabile, fissato al 200% di quella fissa.
Questo cap permette di:

  • mantenere flessibilità e minimizzare i costi fissi;
  • allineare gli interessi e incoraggiare la realizzazione di risultati sostenibili;
  • attrarre e trattenere i talenti in un contesto di mercato competitivo;
  • premiare la performance, e collegare le performance individuali ai risultati della banca.

L’erogazione dei bonus è soggetta al rispetto di specifici indicatori (“gateways”). L’attribuzione individuale è basata sulla valutazione documentata delle performance quantitative e qualitative raggiunte, con particolare attenzione agli aspetti di compliance.

Deroghe a questo cap (nella misura del 5:1) sono state stabilite per il personale dell’Asset Management che non ricade nell’ambito della normativa bancaria (vedi sopra).

Esercizio 2023

Per l’erogazione della remunerazione variabile, tutte le condizioni (gateways) sono state rispettate:

  • conferma degli indici patrimoniali e di liquidità secondo quanto definito nel Risk Appetite Framework;
  • risultato di gestione di gruppo positivo;
  • Amministratore Delegato e Direttore Generale: scorecard 2023 raggiunte, scorecard LTI 2019-2023 superata, remunerazione variabile erogata su orizzonte temporale quinquennale e soggetta a ulteriori verifiche di performance, malus condition e clawback.

 

Quadro normativo

Nel definire la nostra politica di remunerazione, poniamo costante attenzione alla normativa italiana ed europea e ai più recenti documenti pubblicati dalle Autorità di Vigilanza. In particolare:

  • le Disposizioni Banca d’Italia in materia di “politiche e prassi di remunerazione e incentivazione” pubblicate da Banca d’Italia nel novembre 2021;
  • le Disposizioni in materia di “Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari. Correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti” emanate da Banca d’Italia il 19 marzo 2019;
  • il Decreto legislativo n. 49 del 10 maggio 2019 in attuazione della direttiva (UE) 2017/828 (c.d. Shareholders’ rights Directive) che richiede alla politica di remunerazione e incentivazione di perseguire una strategia aziendale volta alla redditività sostenibile nel lungo termine mediante una chiara presentazione degli obiettivi prefissati e il nuovo Regolamento Emittenti in materia di trasparenza delle remunerazioni emanato da Consob il 15 dicembre 2020 al fine di completare il processo di attuazione della Direttiva stessa; 
  • i nuovi standard regolamentari per l’identificazione del personale più rilevante sulla base di criteri qualitativi e quantitativi presenti nel Regolamento Delegato (UE) 2021/923 della Commissione Europea del 25 marzo 2021 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale EU il 9 giugno 2021 e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri. Essi recepiscono i Regulatory Technical Standard definiti dall’European Banking Autority (EBA) il 18 giugno 2020 e in vigore da gennaio 2021 in applicazione della nuova direttiva sui requisiti di capitale (c.d. CRD V);
  • le norme tecniche di attuazione del Regolamento relativo ai requisiti prudenziali per gli enti (c.d. CRR II) riguardanti gli obblighi di informativa anche in materia di politiche di remunerazione verso il mercato e di segnalazione verso le autorità competenti pubblicate dall’EBA il 24 giugno 2020 applicabili dal 30 giugno 2021;
  • le nuove «Linee guida su sane politiche di remunerazione» pubblicate dall’EBA il 2 luglio 2021, in vigore dal 31 dicembre 2021 allo scopo di adottare le previsioni della CRD V;
  • i documenti ECB di novembre 2020 (“Guida sui rischi climatici e ambientali. Aspettative di vigilanza in materia di gestione dei rischi e informativa») ed EBA di giugno 2021 (“EBA Report on management and supervision of ESG risks for credit institutions and investment firms” sulla gestione e vigilanza dei rischi ambientali, sociali e di governo degli enti creditizi) che prevedono l’inclusione di parametri ESG nei meccanismi di remunerazione e incentivazione del personale;
  • il Codice di Autodisciplina pubblicato a gennaio 2020.